Torna al cinema in versione restaurata “Io e Annie”, uno dei capolavori del geniale Woody Allen. L’appuntamento è al Cityplex Politeama di Terni lunedì 11 giugno: introduzione alla visione a cura di Sentieri del Cinema alle ore 20:45 e a seguire la proiezione.
ll film, il cui titolo originale è “Annie Hall”, vinse nel 1978 ben quattro premi Oscar: quello per il miglior film, per la miglior regia, per la migliore attrice protagonista (Diane Keaton) e per la migliore sceneggiatura originale, la pellicola torna ora in sala grazie alla Cineteca di Bologna e al suo progetto di distribuzione di grandi classici del cinema in versione restaurata. Il restauro del film, realizzato da Sony Columbia, si avvale della supervisione dello stesso Allen.
Alvy Singer (Woody Allen) è un attore comico. E’ brillante, intelligente, carismatico e gode di una certa notorietà. La sua visione della vita è però alquanto pessimista.
Soprattutto adesso che la sua relazione con Annie (Diane Keaton) è finita. Annie Hall, figlia di una famiglia borghese colma di pregiudizi e decisamente poco congeniale al suo nuovo fidanzato, è una ragazza deliziosamente comica, spiritosa e innamorata di questo piccolo e intelligente uomo. Ogni modo è buono per far si che lui la noti, e sembra effettivamente l’unico a farlo quando lei si esibisce nel caotico e distratto night club con una canzone passata inosservata. Come un insieme di cocci di una relazione oramai distrutta, conosciamo i frammenti di questa storia d’amore, fino a comprenderla e ad amarla nella sua interezza.
“Io e Annie” non è solo l’archetipo (e forse la migliore) di tutte le commedie di Woody Allen. È l’essenza della sua arte, in cui centrali sono le tematiche del contrasto uomo/donna, dell’eterna incapacità di capirsi, dell’anedonia dei rapporti sentimentali.
È l’incanto di una “New York dell’anima” opposta titanicamente al resto del mondo.
Ci sono tutti gli ingredienti indispensabili a una commedia: dialoghi scoppiettanti, humor, ritmo, leggerezza, intelligenza, malinconia. Ma il gusto si annida anche nei tanti, memorabili dettagli: le aragoste che guizzano tra le mani, il sapone nero, il copricapo spaziale contro il sole, l’auto-scontro, il santone alla toilette, il ragno enorme nel bagno di lei e le racchette Dunlop. Il tutto reso attraverso un uso geniale del mezzo cinematografico, tra apparizioni improvvise, split-screen (memorabili i paralleli tra le due sedute psicoanalitiche di Alvy e Annie e tra le rispettive famiglie), piani sequenza, flashback, inserti d’animazione e camera look. Anche la fotografia – di Gordon Willis – è multiforme: grigiastra per gli esterni di New York, abbagliante per la California e dorata per i ricordi dell’infanzia. Tra le curiosità relative al film segnaliamo in piccoli ruoli attori che sarebbero diventati delle star: Sigourney Weaver, Jeff Goldblum e Christopher Walken.